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Ciak, azione: al Festival del Cinema di Venezia 2024 va in scena lo storytelling

Sotto le luci di Venezia, dove la laguna incontra le mille sfaccettature della settima arte, il Festival del Cinema di Venezia 2024 porta sul tappeto rosso i migliori film dell’anno e una sfilata di sponsor che alzano l’asticella del glamour. Insieme a Celebrity, Influencer e Ambassador, i brand contribuiscono a costruire l’immagine prestigiosa, dinamica e innovatrice del Festival. Così la rinomata kermesse del Lido diventa anche una vetrina pubblicitaria per i brand che sanno allinearsi ai valori della Mostra, sfruttando il potere trasformativo e persuasivo dello storytelling.

Alcuni esempi?

Armani Beauty sta al Festival del Cinema di Venezia come il nero sta all’alta moda: intramontabile e sempre perfetto. Per il settimo anno consecutivo, la Maison si conferma il main beauty sponsor dell’evento di cinema più antico al mondo, accompagnando le celebrity dalla Beauty Lounge dell’Hotel Excelsior al red carpet. Quest’anno il focus è sulla pelle: naturale, luminosa, ma comunque impeccabile.

Il gala dinner dello scorso 31 agosto per celebrare la partnership è stato studiato per essere un’experience densa, giocata sui concetti di intensità e passione che hanno avvolto l’Arsenale di un rosso vibrante, mentre una scritta luminosa, What makes your heart beat?”, invitava gli ospiti ad assecondare la propria verve e ballare al ritmo dei propri desideri. Ma in questa edizione c’è di più: il coinvolgimento del brand va oltre il make-up, acquisendo maggiore autorevolezza grazie all’istituzione del “Premio degli Spettatori Armani Beauty, Orizzonti Extra”, votato a celebrare nuovi talenti e tendenze cinematografiche capaci di distinguersi per creatività.

A percorrere la strada del design avant-garde e visionario è Lexus, per l’ottavo anno consecutivo auto ufficiale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, con la quale condivide una dichiarazione di intenti: spingere i confini del possibile e ridefinire il concetto di eleganza. I 35 gioielli tecnologici che sfilano tra le calli veneziane e sul red carpet costruiscono un’immagine d’effetto, posizionandosi irrimediabilmente nella cornice della kermesse cinematografica come attribuiti estetici imprescindibili sulla scena, perfetti per veicolare i concetti di prestigio e innovazione.

Infine, non c’è Festival senza il tocco di uno sponsor supernova del Made in Italy. O meglio, di rosso Campari. Quest’anno il brand ha studiato una notte irripetibile all’aeroporto Nicelli del Lido, creando un vero “cockatail di emozioni” intorno a tre parole chiave: intrigo, eleganza, passione. Il copy è seducente e gioca su metafore che trasportano gli ospiti in un mondo audace ma raffinato, in linea con i valori del brand. E non solo: Campari ha costruito un evento immersivo, ricreando una sorta di set cinematografico tinto di rosso da vivere come un percorso esperienziale. Il terminal «Negroni» e il terminal «Americano» hanno accolto gli ospiti in un viaggio esclusivo verso «Destination Red» di Campari, con tanto di check-in a tema.

Insomma, l’81° edizione del Festival del Cinema di Venezia si riconferma una festa non solo per gli occhi, ma anche per l’anima creativa e strategica del marketing: l’occasione per i brand coinvolti di sfoggiare le proprie doti da regista e plasmare scene, slogan, suggestioni da red carpet.

Perché a Venezia, le luci della ribalta non si spengono mai davvero. E le storie, quelle giuste, possono fare la differenza tra un mormorio fugace e un plot memorabile.

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Parole in azione: il copywriting dello sport che ispira a sognare in grande

Le parole, così come le azioni sportive, hanno la capacità di ispirare e motivare, spingendo a sognare in grande in una dimensione sentita e competitiva. Pensiamo all’immagine di un pomeriggio allo stadio, tra i cori assordanti dei tifosi in allerta e il tipico silenzio carico di adrenalina negli ultimi secondi di un momento decisivo.

Le espressioni verbali possono rafforzare scene come queste, trasformando l’atto sportivo in un momento memorabile da condividere e ricordare.

Ne è un esempio la telecronaca: non un semplice resoconto, ma uno strumento comunicativo fondato su un climax emozionale. Le parole del telecronista negli attimi che precedono il calcio di rigore o l’arrivo al traguardo ci proiettano nell’azione con tutti i sensi, creano suspense, rallentano il tempo e ci fanno sentire il peso di ogni respiro.

Nel mondo dello sport, le parole enfatizzano emozioni, aspirazioni e senso di appartenenza. Lo dimostrano alcuni slogan diventati leggendari perché capaci di esprimere i valori del brand e, allo stesso, ispirare un approccio sano di azione e pensiero.

Qualche esempio?

  1. Nike – “Just Do It”: un invito al fare, una dichiarazione di indipendenza dai blocchi dalle abitudini. Il motto dei guerrieri quotidiani.
  1. Adidas – “Impossible Is Nothing”: il mantra per chi non conosce limiti e non si arrende mai. Una celebrazione della resilienza e della forza interiore.
  1. Under Armour – “I Will”: un’affermazione audace di volontà, un impegno alla concretezza esteso a ogni aspetto esistenziale.

Insomma, le parole giuste possono elevare l’esperienza sportiva, creando un legame viscerale tra l’azione sul campo e il mondo esterno. Attraverso espressioni potenti e ispiratrici, i brand definiscono i loro valori e li trasformano in una narrazione collettiva che ispira e stimola sfide, conquiste, sogni e passioni. Un fuoco che dal campo da gioco può raggiungere ogni ambito del quotidiano.

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Style Guide: costruire le fondamenta di una strategia di branding

Tra gli strumenti di branding fondamentali, la style guide ha un ruolo cruciale poiché definisce in maniera strategica le direzioni stilistiche necessarie per mantenere la riconoscibilità e la coerenza dell’identità del brand su tutti i canali di comunicazione. 

Strutturare nel dettaglio questo “materiale-guida” permette non solo di delineare come il brand parla, ma anche come vuole essere percepito, costruendone un’immagine dominante e identificativa e generando valore a lungo termine

Ma quali sono i passaggi principali per sviluppare delle brand guidelines efficienti per la definizione del ToV (Tone of Voice) di un brand

La prima tappa del viaggio è comprendere l’essenza del brand. Qual è il suo scopo e perché esiste? (Mission) Dove vuole arrivare? Quali sono i suoi obiettivi a lungo termine? (Vision) Su quali principi fondamentali si fonda e cosa rappresenta? (Values).

Il prossimo passo è conoscere il target, prima suddividendo il mercato in segmenti basati su dati demografici, psicografici e comportamentali, poi delineando le personas, ovvero profili dettagliati dei clienti ideali, considerando esigenze, desideri, mancanze e stili di comunicazione preferiti.

Poi, è fondamentale fare sentire la propria voce, scegliendo una sfumatura tonale distintiva e memorabile. Immagina di essere in una stanza piena di persone che interagiscono: alcuni useranno un linguaggio formale o sofisticato, altri si lasceranno andare alle risate, tra affermazioni sprezzanti e sarcastiche, altri parleranno in modo rapido e conciso e altri ancora si racconteranno con pathos ed espressioni emozionali. Allo stesso modo, i brand hanno bisogno di comunicare in modo unico per farsi ricordare e il ToV determina come questi si presentano e interagiscono con il pubblico attraverso la comunicazione scritta e parlata. Il tono, a questo punto, non riguarda solo le parole che scegli, ma anche il “come le dici”, e al contempo è un riflesso dei tratti chiave del brand, capace di generare un’immagine complessiva chiara e uniforme. Per garantire coerenza e autenticità, infatti, sarà fondamentale riportare nella style guide gli aggettivi che descrivano il tono adottato, definendo al tempo stesso le parole chiave che il brand utilizzerà regolarmente, così come quelle da evitare.

Inoltre, una style guide completa includerà sezioni relative all’identità visiva, dunque relative a:

  1. Logo e utilizzo: specifica tutte le varianti del logo e i contesti in cui devono essere utilizzate.
  2. Colori istituzionali: indica i colori ufficiali del brand e le loro applicazioni corrette.
  3. Font e declinazioni: elenca i font approvati e fornisce linee guida dettagliate per il loro utilizzo appropriato.
  4. Moodboard: utilizza immagini e colori che rappresentano il mood o l’atmosfera del marchio.

Noi di GALORE STUDIO crediamo fermamente nel potere di una style guide ben strutturata in quanto fondamento su cui costruiamo non solo l’identità, ma anche il carisma del brand. Investiamo tempo ed energie nel definire chiaramente come ogni marchio parla e si presenta al mondo e per garantire che ogni interazione possibile con il target di riferimento rifletta i suoi valori e il suo scopo fondamentale. Per noi, una style guide è uno strumento dinamico che cresce e si evolve con il brand stesso, senza mai snaturarlo; è la promessa di coerenza e autenticità in ogni comunicazione, che, in fin dei conti, rivela chi sei e perché conti.

Per scoprire di più su Galore Studio e avere maggiori dettagli sul nostro

approccio, scrivi a hello@galore.studio 

Script(A) Manent: come scrivere e progettare sceneggiature video 

Un video buca lo schermo se la storia è raccontata nel modo giusto. Le parole sono strumenti potenti di visualizzazione perchè possono amplificare l’efficacia del messaggio, aggiungere un nuovo strato di significato alle immagini che, da semplici sequenze, aprono nuovi varchi emotivi.  

Come fare? 

  1. Non c’è sceneggiatura senza concept

Lo studio approfondito del concept del video è il primo passo. Cosa rende unico il prodotto o il servizio che sto promuovendo? Quali sono i valori e l’essenza del brand? Il concept è la struttura portante del contenuto e permette di delineare una strategia testuale chiara e mirata, che orienta ogni parola verso un obiettivo preciso: innescare un sistema di connessioni con il pubblico.

  1. Esordisci con un hook forte

Può essere un problema da risolvere, un’emozione da evocare o “un’immagine” vivida e potente. Il tuo elemento d’aggancio deve catturare l’attenzione già dai primi secondi del video, risultando al contempo originale e impattante. Chiediti sin dalla prima battuta: “qual è il focus del mio messaggio?”

  1. Sfrutta il potere dello storytelling 

Le storie sono come un filo che avvolge l’esperienza e la solleva per renderla memorabile. Dare voce alle storie significare strutturare uno storytelling in cui il pubblico può riconoscersi. Una narrazione ben fatta non è solo un mezzo per vendere, ma un ponte che connette il brand con le emozioni e le aspirazioni dei consumatori.

  1. Mantieni un tono di voce coerente e riconoscibile 

Il tono del tuo script deve riflettere la personalità del tuo brand. Che sia giocoso, serio, emozionale o informativo, è necessario assicurare coerenza dal primo all’ultimo secondo per alimentare la riconoscibilità e l’identità del brand.

  1. Raffina il tuo script e richiama all’azione

La scrittura è riscrittura. Una volta completato il tuo script, rileggilo, modificalo e affinalo. Chiedi feedback e, se possibile, esegui test A/B per vedere quale versione è più in linea con il target. E non dimenticare di guidare il tuo pubblico verso la prossima mossa: una Call To Action forte e chiara è un elemento imprescindibile.

Quando parole e immagini si abbracciano in un abile intreccio narrativo, l’esperienza di fruizione non sarà solo vista e ascoltata, ma profondamente sentita. 

Parole per connettere: come scrivere copy per i social media

Like, commenti, condivisioni. Storie, reel, caroselli. Nei densissimi feed dei social media non parla solo la dimensione visiva. Per quanto questa sia preponderante, come sempre le parole, se studiate e scelte con cura, diventano calamite per l’engagement, fungendo da strumenti di connessione per alimentare una community attiva e appassionata. 

Ogni social, si sa, ha le sue peculiarità: su Istagram si predilige un tono più rilassato, con brevi caption che condensino in maniera precisa ma impattante la storia del contenuto visivo, Linkedin ha un carattere più professionale, dunque i contenuti sono perlopiù informativi e di approfondimento, su Tik Tok il tono dovrà essere fresco e soprattutto autentico, in sintonia con le tendenze storytelling attuali.

Ma quali sono gli step principali per creare copy funzionali per i social media

Followers insight

Prima di tutto, chi sono i tuoi follower? Cosa amano? Cosa li infastidisce? Cosa si aspettano? Conoscere a fondo tratti e tendenze degli utenti permette di creare contenuti ad hoc, cuciti sulla base della grande personalità della community.

Keep it simple

In una dimensione dove l’immediatezza è la chiave, la semplicità è potere. Il messaggio dovrà essere allora breve e chiaro, diretto e privo di fronzoli, senza per questo risultare scontato. 

Human touch

Mostrare il lato valoriale e umano del brand genera interazione e connessione a lungo termine. Il segreto è condividere contenuti impattanti, veri, giocati sulla dimensione emozionale per ispirare, coinvolgere, e far sentire il pubblico parte di qualcosa di speciale.

Happy ending

Ogni post deve avere un obiettivo chiaro ed esplicito. È necessario condividere, cliccare su un link, lasciare un like? Bisogna dirlo chiaramente. Una CTA ben studiata può fare la differenza tra un post visto e uno capace di generare interazione.

E a monte, cosa c’è?

Come qualsiasi progetto di copywriting, la chiave per mettere a punto un messaggio incisivo e pertinente è progettare, disegnando in primis una strategia di content marketing. Un buon piano editoriale (PED) è un asset fondamentale per definire gli obiettivi, scegliere i temi e le rubriche principali, pianificare i contenuti, oltre che per mantenere coerenza e garantire una presenza costante e di qualità. Da qui, il passo successivo sarà stilare un calendario, definendo in anticipo cosa pubblicare e quando, sfruttando eventualmente eventi e tendenze del momento. Poi, saranno gli strumenti di analisi a monitorare le performance dei post, permettendo di capire cosa funziona e cosa no per adattare, eventualmente, la strategia di conseguenza.

Insomma, linguaggio empatico, brevità e immedesimazione nella community – guidati da una struttura strategica – costituiscono la formula perfetta per arrivare ai follower. E allora facciamo nostri gli obiettivi, concretizziamo la sinergia tra immagini e parole e ricordiamoci che la chiave, sui social, è sempre less is more

Strategie SEO, progettazione e creatività: le regole d’oro per emergere sul web

Come un architetto, il copywriter dà forma all’idea creativa attraverso un processo meticoloso che combina pianificazione e strategie SEO per migliora il posizionamento nei motori di ricerca, aumentando le possibilità di interazione e conversione.

Ecco alcune buone pratiche per scrivere un contenuto autorevole, impattante, di valore.

  • Approccio SEO-friendly

Cercare le parole chiave da integrare nel testo in modo fluido e naturale, evitando esagerazioni da keyword stuffing. Scrivere Meta-Title e Meta-Description coinvolgenti. I primi devono catturare l’attenzione, i secondi devono invogliare al clic. È importante includere nel testo gli anchor text: il testo cliccabile di un link che rimanda a fonti autorevoli o ad altre pagine del tuo sito, è un boost di l’autorevolezza e navigabilità. Per razionalizzare il testo in sezioni ordinate, vanno creati titolo, i tag H1, H2, H3, ecc.

  • Ricerca e self-brainstorming

Annotare tutte le idee, senza filtrarle. Anche le più eccentriche possono farsi spazio all’interno dell’articolo o alimentare altre ispirazioni in corso d’opera. Successivamente si passa allo scouting, quindi alla ricerca delle informazioni davvero utili e alla verifica della loro attendibilità.

  • Definire il Tono of Voice

Una delle attività più ricorrenti e delicate di chi lavora con la scrittura. Per definire il ToV serve studiare il brand, analizzare il pubblico di riferimento e riflettere sugli obiettivi. Vuoi informare? Dovrai comunicare in modo chiaro, conciso ed educational. Vuoi intrattenere? Dovrai creare uno storytelling fresco ma d’impatto.

  • Rispettare la scaletta

Per non perdersi in un marasma confuso di parole e idee, è importante gerarchizzare le informazioni. Mettere giù una scaletta è il modo migliore per dare concretezza al contenuto e alla sua struttura fatta di Titolo, Introduzione e suddivisone del testo in paragrafi attraverso gli Heading Tag. Abbozzare qualche riga per ognuno di queste componenti vuol dire avere giù una buona traccia per mantenere il focus sugli argomenti principali e non divagare.

  • Aggiungere elementi visivi e multimediali

Integrare il testo con immagini, infografiche, video e GIF è fondamentale per rendere il contenuto più user-friendly, dinamico e coinvolgente. Gli elementi visivi non sono solo eye-catching, ma aiutano anche a spiegare meglio i concetti complessi.

  • Non c’è finale senza CTA

Dopo aver guidato il lettore attraverso il contenuto, è essenziale accompagnarlo verso il prossimo passo. Che si tratti di approfondire l’argomento, iscriversi alla newsletter o condividere l’articolo sui social media, una CTA ben formulata invita il lettore a interagire.

Non è finita….

  • Un’ultima rilettura per correggere eventuali refusi e migliorare la fluidità del testo.

Se vuoi aggiornare il tuo sito con testi piacevoli alla lettura e funzionali in ottica SEO, scrivi a hello@galore.studio e saremo felici di raccontarti più nel dettaglio il nostro approccio.

Strategia omnichannel e il potere emotivo dell’esperienza

In una dimensione a portata di clic, dove l’esperienza d’acquisto è tanto viscerale quanto funzionale, Descrizioni Prodotto, Newsletter e DEM sono strumenti che lavorano sulla personalità del brand e sullo storytelling, per instaurare relazioni significative con gli utenti.

Al bando le “schede tecniche”: le descrizioni prodotto sono realmente efficaci se raccontano i plus di ogni prodotto, se ribadiscono il bagaglio estetico e valoriale del brand e se permettono ai potenziali clienti di immaginare il prodotto nella loro quotidianità. Una buona descrizione deve avere personalità da vendere, dunque essere convincente, informativa ed emozionale al tempo stesso, sempre capace di anticipare i bisogni e i desideri del pubblico. 

All’interno di questo ecosistema, l’email-marketing è il collante di tutte le strategie focalizzate ad acquisire e fidelizzare i clienti. È un appuntamento fisso che, se ben strutturato con una combinazione efficace di copy, grafica e concept creativo, è capace di instaurare una ritualità, nutrendo con personalità la connessione tra band e utente

Perché è bene avvalersi di questi strumenti, insieme?

  1. Creano una narrazione coerente che rafforza la brand personality. Quando, per esempio, leggiamo la descrizione di un dato prodotto e riceviamo un’email che riprende e approfondisce quella stessa narrazione, la percezione di solidità e affidabilità del brand si amplifica. 
  1. Stimolano l’interesse e l’azione. Le descrizioni prodotto forniscono le informazioni necessarie, l’email marketing agisce come un promemoria che stimola l’interesse. Le email hanno l’obbligo di includere CTA che fanno atterrare i clienti sull’e-commerce e le descrizioni prodotto fanno il resto del lavoro, trasformando il coinvolgimento in acquisto.
  1. Rafforzano il brand storytelling. Scrivere di un prodotto è anche un’opportunità per raccontare l’heritage, i valori o la mission del brand. DEM e Newsletter possono espandere questa narrazione, fornendo contesto e approfondimenti o giocando con storie e suggestioni per rendere il prodotto – e quindi il brand – più desiderabili.

Quando scriviamo, noi di Galore Studio seguiamo alla lettera la ricetta della strategia omnichannel perfetta, ma teniamo sempre a mente che il percorso d’acquisto efficace deve sempre avere una dimensione emotiva ed esperienziale. Perché come diceva Seth Godin: “Le persone non comprano prodotti e servizi, ma relazioni, storie e magia.”

Dare voce all’unicità: Verbal Identity & Tone of Voice

Per emergere, farsi ricordare e scegliere in un mondo affollato di stimoli e informazioni, è cruciale concentrarsi su più fronti, ma il primo terreno su cui stabilire la propria presenza è l’identità verbale.

L’identità verbale può essere considerata come il DNA concettuale di un brand

È il complesso intreccio di parole, stili e temi che caratterizzano la sua espressione linguistica. Oltre a definire il vocabolario e la struttura delle frasi, l’identità verbale abbraccia l’essenza stessa del messaggio: la personalità, i valori e la specifica posizione nel panorama comunicativo. 

Quando il brand mette a punto la sua identità verbale, sta essenzialmente decidendo quali parole usare e quali lasciare fuori.

Un esempio tra tanti? Consideriamo il caso di Google. La comunicazione è caratterizzata da un linguaggio chiaro, semplice e autorevole. Parole come “accessibilità”, “innovazione” e “trasparenza” trasmettono un’immagine di affidabilità e apertura, fondamentale per un brand che si pone come riferimento imprescindibile e driver dell’era digitale.

Dall’altra parte dello spettro comunicativo troviamo il tono di voce che incarna l’emozione e l’attitudine che permea il messaggio. È la sfumatura emotiva che conferisce una profondità specifica alle parole pronunciate o scritte. Mentre l’identità verbale definisce cosa dire, il tono di voce determina come dirlo. Mentre l’identità verbale costruisce la struttura concettuale e il significato da veicolare, il tono di voce lavora sulla modulazione: aggiunge colore e suggestione al messaggio, trasformando una semplice sequenza di parole in un’esperienza memorabile.

Insieme, Verbal Identity e Tone of Voice sono strumenti essenziali per il posizionamento del brand e lavorano sulla dimensione dell’unicità per ottenere una maggiore quota di visibilità sul mercato, liberando il brand dall’etichetta di “entità astratta e impersonale”. D’altronde, solo lo studio e lo sviluppo di una voce unica, umana e potente permette di essere capiti, sentiti, riconosciuti e infine ricordati.

Storytelling: dall’AI al valore umano della professionalità

Vendere ma connettere: è questa la formula del copywriting vincente, quello che riesce nel suo intento di portare l’utente a compiere un’azione specifica, costruendo al tempo stesso un legame solido con il brand.

Innanzitutto c’è lo studio del target di riferimento, per conoscere bisogni e desideri del pubblico con lo scopo di cucire un messaggio persuasivo su misura

Poi – imprescindibile – la costruzione del tone of voice: si raggiunge l’obiettivo solo con una voce coerente e riconoscibile che incarna l’essenza, i valori e la mission del brand. Una sorta di attestato di unicità

A reggere quest’architettura è senza dubbio il potere dello storytelling: attraverso storie memorabili, cariche di emozione e significato, il copywriter può catalizzare più facilmente l’attenzione del lettore e aggiungere valore ispirazionale a una semplice esperienza d’acquisto.

Oggi l’arte della parola si trova ad affrontare un’ulteriore sfida: adattarsi ai cambiamenti del panorama digitale

Nuove tecnologie, strumenti di intelligenza artificiale e machine learning ma soprattutto il cambio delle preferenze e delle abitudini di consumo richiedono ai professionisti del linguaggio un vero cambio di pelle.

In questo contesto mutevole, il copywriter può – anzi deve – viaggiare attraverso il cambiamento e adattarsi a nuovi schemi logici cogliendone il profilo costruttivo. 

Le opportunità per il copywriter e il cliente sono molteplici ma in questo viaggio la bussola è sempre la stessa: mantenere il focus sull’unicità del messaggio e distinguersi per il valore umano della professionalità.

Accogliere l’innovazione allora non vuol dire ridimensionare il potere dell’atto creativo: la tecnologia fornisce gli strumenti ma l’esperienza comunicativa si eleva attraverso la cultura, l’approccio strategico e l’autentica sensibilità umana. Perché solo la parola viva, ragionata e costruita può dare la giusta forma alla sostanza e voce ai nostri bisogni condivisi. 

Avventure creative tra la moda e il viaggio

Grandi hotel, ristoranti stellati e glamping fanno da sfondo a racconti di stile e bellezza: quando i luoghi del viaggio e le icone della moda si incontrano si moltiplicano le possibilità di catturare l’essenza del lusso e dell’esclusività

Alla base c’è un legame sottile che riguarda la voglia di sperimentazione e la scoperta. Perché entrambe le dimensioni si dedicano alla ricerca di traiettorie inedite, influenze originali e nuove prospettive, capaci di arricchire tanto il bagaglio culturale quando quello estetico.

Gli esempi di comunicazione tra questi due mondi sono infiniti: basti pensare alla campagna pubblicitaria della Dior “Cruise Collection” del 2019, che ha presentato la collezione in un lussuoso resort in Marocco, tra paesaggi desertici e architetture moresche come sfondo. E che dire dell’iconico “Trench Coat Heritage” di Burberry che nel 2015 è stato protagonista di una cena al ristorante tre stelle Michelin Alain Ducasse at The Dorchester a Londra?

Del 2023 invece è la campagna “Alta Moda” di Dolce & Gabbana, che ha giocato sul concetto di autenticità italiana trasportandoci nel contesto rustico dei Trulli di Alberobello, mentre nello stesso anno Valentino lanciava la sua nuova collezione “Escape” che invita a evadere per riscoprire la bellezza dell’altrove, tra natura e culture lontane, presentando la capsule collection nell’hotel Palazzo Alvino in Costiera Amalfitana, per poi continuare il viaggio tra la sontuosità dell’Atlantis The Royal Hotel a Dubai e le pittoresche coste degli Hamptons. 

Insomma, i riferimenti non mancano ma alla radice di questa affascinante contaminazione c’è sicuramente una grande verità: in questo intreccio di mondi troviamo la promessa di un viaggio senza fine che ci spinge ad abbracciare il nuovo, scoprire il fascino dell’esotico, celebrare la diversità e il mondo in ogni sua forma. E farlo nel segno del lusso più autentico: quell’attitudine profonda verso le più elevate forme di bellezza

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